GMCC Gruppo Missionario Caritas Cassago


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La normalità è un'opi....

... La normalità è un'opinione ...


In un campo di lavoro con il Gruppo Missionario Caritas di Cassago ad Oldonyiro (agosto 2001), mi è capitato di assistere, per 3 settimane, donne e bambini in un dispensario-ambulatorio nella savana del Kenia.
Poche righe per dirvi come l’Africa insegna che, anche per quanto concerne la sanità, la “normalità” è un’opinione.
Per le madri della savana è “normale” assistere alla morte di 2-3 figli in età neonatale, per vederne uno superare l’infanzia. Ed è “normale” abbandonarlo una volta che l’ha superata. Non conoscono il lamento, forse perché non possono permetterselo.





E’ “normale” nutrire i figli con latte di capra (in attesa di gastroenterite), vederli ustionati dai focolari delle capanne e deformati da ascessi, sentirli tossire per polmoniti che sanno essere fatali. Non conoscono le cure per i loro figli, sanno la vanità dei riti tribali.

I bambini poi arrivano a piedi scalzi da chissà dove. Hanno già capito che a tre anni è “normale” portarsi dentro 39° di febbre (malaria cronica), se devi andare. Dove, non si sa. Perché in Africa ti insegnano subito che è “normale” camminare, camminare e poi ancora camminare. Ed è “normale” non arrivare.





Per i bambini sono “normali” la pelle sporca, graffiata e pruriginosa (scabbia), le secrezioni giallastre che chiudono gli occhi (congiuntivite) e le mosche che vi ci giocano, i vermi vivi nelle feci (amebiasi), le gallerie serpiginose sulla pelle (larva migrans). E ti chiedi perché ca…spita non si lavano, non puliscono occhi e orecchie, non scacciano le mosche. Dopo un po’ capirai che anche il fastidio è un’opinione. E se la loro opinione è che queste cose siano, guarda caso, “normali” … allora queste cose non danno più fastidio.

Altri bambini sanno che è “normale” non avere fiato dopo aver rincorso un pallone di stracci e sentire il cuore che scoppia. Sanno che è “normale” vedere le proprie dita più grosse e non crescere come gli altri (cardiopatie congenite e reumatiche). Da noi si direbbe che hanno il “morbo blu” e verrebbero operati in centri specializzati. Lì, la pelle è nera e le finezze diagnostiche non sono consentite. Gli interventi chirurgici poi …






Gli adulti sono stati anche loro bambini, ma non solo. Sono ormai passati da tante donne. Ben sapendo da quali avrebbero ricevuto, nei giorni a seguire, secrezioni dolorose dai genitali, ghiandole ingrossate, dolori lombari (sifilide, gonorrea). Certo senza sapere da quali avrebbero ricevuto dei figli. Ma tant’è. O meglio, così è “normale”.

Le ragazze sanno che è “normale” e sempre troppo vicino il giorno delle lame, del sangue, del rudimentale ago che non vuol smettere di trapassare quello che resta della loro femminilità. Non conoscono il piacere. E mi chiedo se questo consenta loro di non subire ferite troppo profonde.

Gli anziani trovano “normale” essere combattuti tra la tosse che vorrebbe uscire e un torace che non la sa esprimere, per quanto è deperito. Conoscono i tempi normali tra gli sputi striati di sangue e l’abbandono delle forze (tubercolosi), e ne ridono. Hanno ormai imparato che a non aver da mangiare, prima o poi perdi anche la fame. Se poi qualcosa da mangiare lo trovi, i crampi sono “normali” (giardiasi).





La situazione sanitaria nella savana del Kenia è drammatica, ai nostri occhi. Forse dovremmo abituarci a pensarla “normale”, così com’è.






I problemi medici principali ho cercato di elencarveli (morte neonatale, ascessi, ustioni, polmoniti, malaria, gastroenteriti, congiuntiviti, otiti, infezioni cutanee, sifilide, gonorrea, tubercolosi, giardiasi, amebiasi, cardiopatie congenite e reumatiche).

L’Ospedale più vicino ad Oldonyiro è a 90 Km di savana (distanza da percorrere a piedi).
Oltre alle malattie già citate, nella comunità di Oldonyiro sono all’ordine del giorno traumi da incidenti (ferite da macete, fratture ecc …) che richiederebbero un’assistenza urgente, che non c’è. L’assistenza alle gravidanze e al parto non esiste.







Le condizioni sanitarie sono aggravate dalla malnutrizione; l’alimentazione non solo è scarsa, ma anche poco varia. I soggetti più indifesi sono ovviamente i bambini. I bambini sponsorizzati dal nostro Gruppo sono ì più fortunati, in quanto nelle missioni hanno da mangiare, vivono in ambienti igienicamente più curati, ricevono un’istruzione e sono meno esposti al contagio di malattie infettive.

L’AIDS è un “normale” grave problema dei centri urbani (sieroprevalenza attorno al 35%). Tra pochi anni sarà anche un “normale” grave problema nei centri rurali.

Poche righe, insomma, per dirvi che l’Africa, anche per gli aspetti che concernono la sanità, insegna che la “normalità” è un’opinione. E le nostre opinioni, pur legittime, non sono le sole.
Ma tutto questo conta poco. Perché alla fine torni in Italia. E qui sono in tanti quelli che sanno cosa è “normale” e cosa non lo è. E ti tocca ascoltarli.


Filippo


P.S. Gli operatori sanitari (medici e paramedici) interessati a seguire progetti sanitari in Africa (mediante una collaborazione in Italia o campi di lavoro in Africa), possono rivolgersi al Gruppo Missionario Caritas Cassago.


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