GMCC Gruppo Missionario Caritas Cassago


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Libri

TITOLO: Libera


Autore: Abreha Tekle Feven; Masto Raffaele
Prezzo: € 8,80

Dati: 2007, XII-206 p., brossura
Editore: Sperling & Kupfer(collana Diritti & Rovesci Paperback)

In sintesi
Eritrea di Asmara, Feven è fuggita dal suo paese per sfuggire alla guerra, dopo essere stata forzatamente inquadrata nell'esercito subito dopo la scuola. Dopo aver attraversato tutto il Sudan e il deserto del Sahara, ha raggiunto la Libia da dove si è imbarcata per l'Italia. La sua odissea però è durata altri due anni costellati di stenti, rischi, violenze, speranze e delusioni. Questo volume è il racconto della sua storia.


TITOLO:In Africa - Ritratto inedito di un continente senza pace

Autore: Masto Raffaele
Prezzo: € 9,20

Dati: 2004, XV-309 p., ill., brossura
Editore: Sperling & Kupfer(collana Saggi Paperback)

In sintesi
Giornalista della milanese Radio Popolare e collaboratore di varie testate, Raffaele Masto presenta in questo libro un reportage sulle guerre, le crisi, i personaggi che hanno determinato la storia del continente africano negli ultimi dieci anni. Somalia, Etiopia, Ruanda, Congo, Sudan e Angola sono i luoghi raccontati in questo saggio che unisce informazione e avventura.

TITOLO: L' Africa del tesoro. Diamanti, oro, petrolio: il saccheggio del continente



Autore: Masto Raffaele
Prezzo: € 16,00

Dati: 2006, 303 p., ill., brossura
Editore: Sperling & Kupfer(collana Tracce)

In sintesi
Avorio, oro, gomma, diamanti, petrolio, legno pregiato, uranio, coltan: oggi come secoli fa queste preziose risorse sono la maledizione dell'Africa. Attirano le grandi multinazionali che spogliano il sottosuolo devastando l'ambiente, alimentano la corruzione delle classi dirigenti e dei politici, che mantengono il potere svendendo il territorio, scatenano guerre senza fine fra gruppi etnici. Le conseguenze sono note: la povertà estrema della popolazione, la piaga dell'Aids, le centinaia di migliaia di orfani, l'arretratezza culturale e tecnologica. Una miseria anche più vasta che ai tempi del colonialismo. In questo reportage Raffaele Mesto ci conduce attraverso i paesi africani più ricchi, nei luoghi remoti dove si estraggono i minerali pregiati: in Sudan, nelle miniere d'oro a cielo aperto, dove intere famiglie scavano freneticamente a mani nude o con attrezzi rudimentali per strappare alla terra qualche pepita. In Congo, all'interno della foresta pluviale, dove abitano i Pigmei, un popolo che rischia l'estinzione perché la regione è stata presa d'assalto dalle multinazionali, con i loro eserciti privati. In Angola, nella zona diamantifera dove l'autore ha intrapreso un viaggio pieno di incognite e di pericoli. Un racconto che svela realtà umane e sociali spaventose, ma dà anche spazio alla suggestione di un ambiente che non ha uguali, all'emozione di incontri inattesi e all'esperienza della grande forza degli africani nel resistere alla distruzione del loro continente.



TITOLO: Madre di diecimila figli



Autore: Martin Christel; Nobécourt Lorette
Prezzo: € 12,90

Dati: 2007, 221 p., brossura
Traduttore: Moresco M.
Editore: Piemme

In sintesi
A volte una vita cambia in un attimo. La sua è cambiata una mattina di ottobre, quando, a Ruyigi, nel Burundi precipitato nel vicolo cieco della guerra civile e sconvolto dall'odio interetnico, settantadue persone sono state massacrate sotto i suoi occhi. Ha visto e udito tutto Maggy. Ha udito le grida. Ha visto membri della sua famiglia partecipare al massacro. Ha sentito il crepitio delle fiamme. E poi, come in un miracolo, ha visto la sua figlioccia, Chloe, rifugiarsi tra le sue braccia, sopravvissuta all'inferno. È stato un segno, un barlume di speranza: "in quel momento - dice Maggy Barankitse - ho capito che l'odio non poteva vincere". Ha iniziato quel giorno, prendendo con sé i venticinque bambini scampati a quell'orrore. In un mese erano già più di duecento. Piccoli traumarizzati, sofferenti di gravi forme di insonnia, ossessionati dalle immagini di vicini diventati improvvisamente nemici. Incurante delle minacce alla sua stessa vita, Maggy ha scelto di vivere con loro, con i bambini, di ogni gruppo etnico e nazionalità. È diventata la donna dei diecimila figli. Perché l'odio non doveva avere l'ultima parola.


TITOLO: District six



Autore: Rive Richard
Prezzo: € 10,33

Dati: 1990, 279 p.
Traduttore: Corsi C.
Editore: Edizioni Lavoro(collana L'altra riva)

La recensione di IBS
Costruito su una serie di episodi, quasi piccoli racconti, intervallati da memorie personali, il romanzo è un commosso omaggio al District Six, antico e bellissimo quartiere di Città del Capo, demolito negli anni Sessanta per fare spazio a un nuovo quartiere per bianchi e per ottemperare all’imperante apartheid di quegli anni. Rive ne narra la vita e la morte, ricostruisce l’esodo forzato degli abitanti del quartiere, in uno stile ricco di humour e di sottile ironia. Una storia personale e collettiva e, insieme, una vicenda politica.

La recensione de L'Indice

scheda di Concilio, C., L'Indice 1992, n. 4

Non si può e non si deve dimenticare - suona il monito di Richard Rive - ciò che il "Sesto Distretto" era: una città nella città, "un'isola nel mare dell'apartheid". Era un quartiere di Cape Town, "sporco, povero e pieno di case fatiscenti", abitato però da una comunità multirazziale solidale e coeva, prima che fosse dichiarato area residenziale per soli bianchi e le sue case fossero rase al suolo. Caledon Street, anche detta Buckingham Palace, ove l'autore è cresciuto, diviene nel ricordo luogo regale e a suo modo fatato, popolato da tipi singolari e bizzarri. Nel villino tutto rosa abitano Zoot, poeta satirico e abile ricattatore, e i ragazzi; nella Casbah, un bordello, vivono Mary e le ragazze; famiglie rispettabili convivono con angelici ladruncoli, occasionali giustizieri, disoccupati. Tutti, perlopiù neri e meticci d'ogni provenienza e religione, inquilini dell'ebreo Katze, che è l'unico bianco ma non è nŠ goffo, nŠ ridicolo, nŠ razzista, ed è pronto invece ad opporsi alle leggi segregazioniste. Ai diciannove brevi racconti di questa vivace galleria di ritratti fa da sfondo la voce autoriale che in una sorta di diario storico/cornice rievoca in tre date (1950, 1960, 1970) il lento declino del quartiere e l'esodo coatto di molti "coloured". Solo questo ineluttabile evento piega la narrazione, altrimenti ironica e divertita e mai melodrammatica, a una nota più riflessiva e nostalgica.

TITOLO: Il traduttore del silenzio



Autore: Hari Daoud; McKenna Megan; Burke Dennis
Prezzo: € 14,50

Dati: 2008, 218 p., brossura
Editore: Piemme

In sintesi
Daoud è nato in un piccolo villaggio di capanne, nel Darfur. Capanne rotonde, spaziose, con il tetto di erba che quando piove profuma di buono. E nonostante sia stato lontano anni, prima per studiare in città, poi per lavorare in Libia, Daoud l'ha sempre portato nel cuore. Tanto che, dopo varie e drammatiche vicissitudini, ha deciso di tornare a casa, facendo il percorso inverso a quello di milioni di profughi. Ha ritrovato la sua gente, suo padre e i suoi fratelli, in particolare l'amato Ahmed, appena prima di perdere tutto. Un giorno il villaggio è stato attaccato, le capanne bruciate e Ahmed è stato ucciso. L'ha sepolto Daoud con le sue mani, nella sabbia, prima di incamminarsi nel deserto con i sopravvissuti. Alle loro spalle, le colonne di fumo disperdono nell'aria le ceneri di case, alberi, e anche dei corpi dei vecchi che non hanno voluto o potuto andarsene. Lontane dalla ribalta del mondo, scene come questa accadono quotidianamente nel Darfur. In questa regione del Sudan tanto povera in superficie quanto ricca nel sottosuolo, si consuma da più di vent'anni un genocidio silenzioso e indisturbato, per mano dello stesso governo sudanese.



TITOLO: Somalia. Le ragioni storiche del conflitto



Autore: Guglielmo Matteo
Prezzo. € 18,00

Dati. 2008, 188 p., brossura
Editore. Altravista(collana Orizzonti)

In sintesi
La Somalia rimane caratterizzata da una spiccata frammentazione politica, economica e sociale, la quale se da un lato ha ridotto drammaticamente le possibilità di riconciliazione e di ripristino di un qualsiasi apparato statale, dall’altro ha prodotto nuove e importanti opportunità per ben definiti gruppi di interesse. Il governo provvisorio sembra sempre più lacerato e anche il fronte delle milizie ribelli, capeggiate dagli uomini delle ex Corti islamiche, si è spaccato in due fazioni. Il bilancio delle violenze nell’ultimo anno è agghiacciante: almeno otto mila morti e un milione di sfollati solo a Mogadiscio. Ma come si è arrivati a tutto questo? Quali sono le responsabilità politiche delle élite somale e della comunità internazionale?


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